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venerdì 8 agosto 2014

Draghi e la sua "sovranità limitata"

Il Presidente della BCE, Mario Draghi, persona stimabile professionalmente, fa cadere ogni speranza a chi usa un pò di buon senso e a chi nutre un vero attaccamento per il proprio Paese, la propria terra di origine e un'Europa vera, realistica, che corrisponda alle esigenze e peculiarità di ogni suo Stato membro. Draghi si appella ad una "sovranità limitata" in un momento in cui l'Europa, la UE dimostra di lavarsi le mani di tali Stati e pensa di brillare di luce propria attraverso il potere forte delle banche e delle finanze, un mondo forse a parte e intoccabile ma anch'esso parte di tutto un contesto globale di impoverimento umano e di arricchimento di alcuni popoli che in base alla legge dei "corsi e ricorsi storici" stanno prendendo il sopravvento proprio su chi è più debole anche nella misura in cui si vuole rendere debole. L'Italia sarebbe potenzialmente un Paese dalle grandi risorse se solo le tutelasse, le valorizzasse e non si vendesse al primo offerente dimostrandosi uno Stato zerbino servile al volere altrui. Pare che Draghi non tenga conto della presenza in Parlamento Europeo di una minoranza effettiva e ancora allo stato embrionale ma che potrebbe prendere il sopravvento se necessario: il partito degli euroscettici che, partendo dal Front National di Marine le Pen e dalla Lega Nord di Salvini in alleanza, mostra il desiderio da parte di un pezzo di Europa di credere in un'unione tra Stati che si basi su un discorso di eurocriticismo per potere restituire agli Stati europei la loro sovranità monetaria e sopratutto popolare. Draghi con due parole, "sovranità limitata", smonta ogni teorema e ogni speranza presente e futura. Dispiace molto, ferisce i nostri animi, quelli di un popolo intero.
 
Roberta Bartolini
 
 

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