Sono costernata dalla notizia del deferimento dall'Ordine dei Giornalisti di Magdi Allam. Costernata per la notizia in sé e per il fatto che stiamo parlando di una persona umanamente squisita e corretta e professionalmente di un giornalista e di un politico eccezionale del tutto devoto ai suoi ideali che combaciano con un amore smisurato per un Paese di cui ha assunto cittadinanza e dove si è convertito alla sua religione correndo rischio e pericolo di minacce e rivolte da parte dei propri connazionali dei Paesi arabi. Rischio che si è appena concretizzato con la minaccia chissà se definitiva di perdere il proprio lavoro e la propria credibilità. ma non la propria dignità. Il tutto forse creato da una manovra studiata dagli stessi musulmani che non si domandano neppure se in un Paese civile come può essere o può essere stata l'Italia esista una legge che difenda il libero pensiero e la libertà di opinione. Complice un ordine dei giornalisti che pur di inimicarsi i poteri forti (Islam in primis) rischiano di inimicarsi per sempre non solo un Magdi Allam - fonte e risorsa estrema di conoscenza obbiettiva e corretta del mondo arabo - ma una gran fetta di cittadini ed elettori che sicuramente mediteranno da ora in poi su un fatto che non ha precedenti se non nell'accanimento giornalistico nei confronti del Direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti. Non a caso tutte penne eccelse di area di centro destra. Indoviniamo un pò chi in Italia detiene il potere. Non dubito della forza di Magdi Allam, dubito di tutto il contesto italiano debole e per nulla rassicurante.
Roberta Bartolini
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