Sposo in pieno l'apertura della Lega di Salvini a Marine Le Pen che può essere visto come punto di inizio per la costruzione di una nuova Europa dei popoli e non delle finanze, come d'altra parte richiedono molti Paesi europei dove i rispettivi movimenti euroscettici hanno stravinto alle elezioni europee. Un'alleanza tra Salvini e Le Pen può essere vista di buon occhio per affrettare i tempi anche in Italia per un cambiamento auspicato dalla gente ma non attuato dalle Istituzioni. La Le Pen può servire per l'Italia anche da modello per un senso nazionalistico ormai perduto che emerge in maniera formale e finta solo in occasione di parate militari o partite di calcio. Tuttavia, tale alleanza cosi come ogni speranza di crescita in Europa deve essere supportata da una solida struttura di ciascun Paese membro, da una tutela delle proprie risorse, del proprio territorio che nella misura in cui sarà rafforzato e individualmente forte riuscirà a far parte appunto della auspicata nuova Europa. Pertanto, fossi in Salvini, sceglierei come uno dei cavalli di battaglia da proporre in continuazione il federalismo di Miglio su cui la Lega si basa, federalismo già discusso in passato e ad un passo dall'essere attuato e poi lasciato iun disparte erroneamente. Tralasciare il discorso delle autonomie, delle regionalità, delle territorialità, dimenticare che si debba dare spazio alle regioni virtuose e produttive per il bene comune è un errore madornale. Tutto questo ovviamente richiede l'applicazione di leggi e regole a beneficio di tutti, in primis agli italiani. Se a tutto questo non ci pensano le nostre Istituzioni, ci dovrà pensare a mio parere la Lega Nord, l'unico movimento che tutela le territorialità. Mi auguro che la ricerca per questo tipo di federalismo non venga mai abbandonata.
Roberta Bartolini
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