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giovedì 8 maggio 2014

Sul reato di clandestinità

Di fronte ad una situazione di effettiva emergenza umana riguardo allo sbarco di troppi clandestini nelle nostre coste non trovo parole per giustificare il silenzio e la piena mancanza di responsabilità non solo del governo italiano ma anche e soprattutto di Angelino Alfano, Ministro degli Interni, che ancora una volta si è manlevato dai propri impegni rimandando ogni intervento per il prossimo luglio quando si attiverà il semestre di presidenza dell'Italia nella UE. Il fatto di avere la presidenza è positivo ma occorre conquistarselo e prepararsi preventivamente, tutelarsi per poter affrontare il resto dell'Europa a testa alta. Ma a questo pare pensare solo la Lega che non solo demonizza l'esistente ma propone delle alternative e una ricetta che, per chi usa buon senso, pare essere l'unica possibile. Quella di pattugliare le navi in partenza dai luoghi di origine dei clandestini, di fermarle prima che partano e di regolamentare il tutto applicando in toto la già esistente legge Bossi-Fini (che di fatto dovrebbe essere rivista e corretta in quanto divenuta anacronistica alla luce degli eventi attuali), avvalendosi senza se e senza ma del reato di clandestinità cancellato dal governo ideatore del "Mare Nostrum" ma che da oggi, sempre grazie alla Lega di Salvini, ha la possibilità concreta di essere reintrodotto e cercando di fare chiarezza sulla presenza dei tanti centri di accoglienza e/o di espulsione il cui utilizzo pare essere molto dubbio e dispendioso in termini economici.
 
Roberta Bartolini
 

 

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