Per meglio capire come tutto il sistema italiano ed estero, politico e
finanziario, dipenda non tanto dalle risorse interne di ciascun Paese
facente parte dell'Unione Europea quanto dall'alto, da un'entità che
sovraintende la struttura europea in base a dei parametri costruiti
non considerando le esigenze e le particolarità degli stati membri ma
a tavolino perché cosi deve essere, vorrei citare un paragrafo
estratto da un articolo de Il Sole 24 Ore del 12 marzo. Parole che si
spiegano da sé e che per chi vive la realtà quotidiana da cittadini e
non da nababbi, eletti, agiati incutono timore come se esistesse un
Grande Fratello che ti spia e che ti segue a distanza. Le vittime del
Grande Fratello in questo caso (a differenza del "Big Brother" in 1984
di Orwell) non è la popolazione innocente e succube ma i governi
europei e soprattutto quelli maggiormente deboli come quello italiano.
"Se i risultati di bilancio delle banche italiane sono inferiori
rispetto alle attese, ciò non prova che esse siano l'anello debole del
sistema finanziario europeo, ma solo che la Bce è intenzionata ad
interpretare con il massimo rigore il suo ruolo di supervisore
sovranazionale. Dunque per le banche è molto meglio adottare criteri
prudenziali in via preventiva, piuttosto che essere colti in fallo
nella fase di valutazione dell'attivo, cioè quella in corso, o in
quella futura di stress test".
Il primo step per uscire da tale impasse sarebbe quello di dubitare,
di porsi l'obbiettivo di migliorare senza paura di esporsi o di fare
dei passi falsi, di pensare che la riconquista della sovranità
monetaria e del popolo dovrebbe costituire il principale scopo per
ogni Paese.
Roberta Bartolini
Nessun commento:
Posta un commento