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martedì 4 marzo 2014

In nome del dio voto

Non vi è bisogno di fare il punto della situazione immigrazione in
Italia dopo il lavoro della Kyenge per quantificare i danni del
buonismo che ha generato soltanto lo "ius soli", la cittadinanza
facile. La sola politica lassista europea e i danni perpetrati nel
tempo in maniera continuativa a causa del cambiamento di governi
tecnici non all'altezza come al contrario lo è stato il governo
Berlusconi con l'allora ministro degli interni Roberto Maroni fanno la
differenza e i risultati li vedono e li devono pagare soltanto gli
italiani messi in disparte sul piano economico, sociale e umano per
fare spazio agli stranieri. E il tutto in un contesto completamente
privo di regole in materia d'integrazione. Infatti, considerando che
la maggioranza dei flussi migratori si dirige via mare verso le coste
italiane, nel 2013 sono sbarcati in Italia oltre 43.000 clandestini,
più del triplo rispetto al 2012. Di questi, due terzi ad oggi sono
richiedenti asilo. Inoltre, gli italiani sono stati messi all'oscuro
dell'efficienza o meno dei vari centri di accoglienza e di espulsione
al punto di fare fatica a comprendere la distinzione tra essi e di
fidarsi della propria funzione. Il tutto in nome di finti buonismo e
solidarietà. Della Vedova con orgoglio commenta che "L'Italia è
divenuta un esempio per quanto riguarda le operazioni umanitarie in
mare" e che "nel 2013 sono stati compiuti salvataggi a 281
imbarcazioni". Nessuno pensa invece a cercare di risolvere il problema
alla radice tenendo conto della presenza di organizzazioni criminali
di tratta degli esseri umani sempre in crescita e sempre più
sofisticate. Nessuno che consideri che in Libia attualmente
700.000-800.000 stranieri sono potenziali prossimi clandestini.
Nessuno che ci spieghi se per gli extra comunitari integrati a cui si
dà cittadinanza vengono applicate le stesse leggi vigenti in Italia
per i cittadini autoctoni a livello di previdenza, di sanità, di
vaccinazioni, di carta di soggiorno, di documenti di riconoscimento,
di lavoro. Il nulla in nome del dio voto.

Roberta Bartolini

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