Come ci insegnava il Prof. Miglio, il cammino intrapreso dalla Lega
verso l'indipendenza è lungo, irto e anche molto lungimirante.
Indipendenza da chi e da che cosa? Semplicemente dalla gestione
centralista romana dello Stato italiano che forse, se non esistesse il
problema pesante del meridione potrebbe anche sussistere. Ma alla luce
dei fatti l'unica svolta per l'italia è quella di vedere autonome il
più possibile le sue regioni, per lo meno quelle governate dalla Lega
Nord e nella fattispecie quelle del nord. Con pazienza e volontà la
Lega sta portando avanti tale progetto ed è già arrivata ( è sempre
bene sottolinearlo) ad ottenere pù di 700mila firme per poter fare un
referendum in Veneto (il Veneto dell'amato Zaia) per la sua
indipendenza. In Lombardia ci si sta arrivando grazie al suo
governatore Maroni che con savoir-faire e determinazione non si ferma
di fronte a nessun ostacolo lavorando alacremente per il progetto
massimo della Lega. Il Piemonte purtroppo si è arenato di fronte alla
voluta deligittimazione di Cota che a fine maggio vedremo se riuscirà
a riconquistare la sua regione più problematica e più preda alla
sinistra delle altre. L'Emilia Romagna lavora costantemente con lo
scopo di poter fare inserire il più possibile la Lega nel tessuto
urbano. La rossa Liguria putroppo ne è fuori anche non avvallata dal
progetto parallelo della Macroregione Alpina che va ad aiutare tante
regioni a collegarsi con altri Paesi esteri avanzati come la Svizzera,
la Germania, l'Austria per cercare tutti insieme di trarre rispettivi
vantaggi e benefici. Quello dalla macroregione è un altro tassello
posto dalla Lega per lavorare nel suo programma di autonomia. Non a
caso il detto presente sulle nuove tessere anno 2014 recita come
segue: "Futuro è indipendenza".
Roberta Bartolini
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