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giovedì 20 marzo 2014

Diritto di reciprocità

Mi spaventa la visione da bicchiere mezzo pieno di Renzi su tutta una
gamma di argomenti, da quelli internazionali a quelli di casa nostra
fino ad arrivare al discorso immigrazione ad oggi di nuovo in
emergenza. Non si capisce se finge o se è costretto a farlo. D'altra
parte proviene dalle file del Pd. Le sue ultime dichiarazioni alla
Camera riguardo l'effetto "Mare Nostrum" (un vero pericolo in rapporto
a quanto era stato fatto in passato dal governo Berlusconi con l'ex
ministro dell'Interno Maroni) sono le seguenti: "Dobbiamo evitare di
pensare  che chiudendoci saremo più sicuri. Dobbiamo essere in grado
di pattugliare, presidiare, a partire dai Paesi di origine, ma al
tempo stesso affermare che il Mediterraneo è luogo privilegiato della
politica europea. Colgo l'occasione per ringraziare i militari
impegnati nell'operazione Mare Nostrum". Nulla è cambiato, anzi
peggiorato a partire dalla gestione della questione immigrazione con
la Kyenge sotto il governo Letta. Qui non si tratta di chiudersi e di
non essere solidali. La chiusura semmai è sintomo di regola e di
difesa  legittima alla stregua di altri Paesi europei. Inoltre, ci si
dovrebbe preoccupare maggiormente del presente e futuro degli italiani
direttamente proporzionale poi all'eventuale ingresso di extra
comunitari. Ingresso che dovrebbe essere fondato sul rispetto
reciproco (diritto di reciprocità). Gli accordi internazionali coi
Paesi di origine è giusto che vi siano ma devono anch'essi essere
regolamentati e supportati da politiche corrette partendo dal
presupposto che la Ue faccia la sua parte per difendere i propri stati
membri. I militari fanno il loro dovere ma sarebbe corretto che non
fossero impegnati ad accogliere e salvare migliaia di clandestini
irregolari. Una politica giusta prevede il controllo della tratta
degli esseri umani a partire dalle loro zone di origine anche per
sventare il pericolo ormai già diffuso del terrorismo islamico.

Roberta Bartolini

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