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martedì 18 febbraio 2014

Referendum popolare svizzero del 7 febbraio 2014 docet

Il referendum svizzero del 9 febbraio scorso ha prodotto uno choc per
chi non ha le idee chiare e limpide in fatto di immigrazione selvaggia
e clandestina e non per chi non è di destra. Occorre ben poco per
capire come  tutti gli stranieri migranti debbano essere monitorati,
selezionati ed in seguito integrati mediante serie leggi e norme. La
Svizzera si adopera da molto tempo in questo senso, un Paese dove la
democrazia diretta ha un peso enorme e dove quindi il popolo viene
ascoltato grazie ai referendum popolari molto frequenti. Un Paese che
salvaguarda il proprio nazionalismo e le proprie tradizioni in primis.
Il giro di vite sull'immigrazione selvaggia dettato dagli svizzeri è
stato rimandato al mittente da parte della UE che anziché difendere
gli interessi dei suoi Paesi membri teme per i propri. Ma non sa che
ha a che fare con una nazione dove la volontà popolare ha un vero peso
politico. Inoltre, grazie a sondaggi condotti da quotidiani in
Francia, Germania e Gran Bretagna, emerge un dato ancora più
scioccante per i finti moralisti e buonisti: nel primo di questi Paesi
il 69,7% degli abitanti vorrebbe limitare l'immigrazione, nel regno
Unito il 77,5% e tra i tedeschi il 61,8%. Da un sondaggio de Il
Corriere della Sera emerge che il 34% soltanto degli italiani sarebbe
favorevole al detto giro di vite nonostante l'Italia sia un porto di
mare e le sue coste siano invase da immigrati. Frutto tutto questo di
politiche di fondo decisamente differenti da Stato a Stato. L'Italia
come la Spagna dovrebbe essere tutelata maggiormente perché vicino
all'Africa, luogo di origine dell'immigrazione clandestina e del
traffico di uomini. Paesi abbandonati a politiche di sinistra troppo
blande ed irresponsabili e ad una UE lontana anni luce dai problemi
reali. E poi non si dovrebbe dare peso al referendum svizzero del 7
febbraio e al sondaggio europeo menzionato? Da ora in poi si deve
partire da qui.

Roberta Bartolini

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