Per qualche recondito motivo ignaro a noi cittadini comuni quando si
muove la Consulta è come se si muovesse il Padreterno. Detto fatto.
Con tutti i problemi che attanagliano il nostro Paese malato è stato
deciso irresponsabilmente non democraticamente che la legge
Fini-Giovanardi del 2006, che equiparava le droghe leggere a quelle
pesanti infierendo quindi anche sulle relative pene agli spacciatori,
fosse dichiarata illegittima. In un Paese normale e protetto andrebbe
anche bene in nome della libertà, ma nel nostro si parte già col piede
sbagliato. Anziché avere una ricetta che possa ovviare alla mancanza
della legge che viene abrogata - legge che attraverso il dispendio di
denaro e tempo dei referendum già in passato con i Radicali era stata
trattata molto più democraticamente - si ritorna in automatico a
quella precedente, la Iervolino-Vassalli ormai anacronistica e
superata in quanto oggi vi è l'avvento delle droghe sintetiche e la
percentuale di cannabis che all'epoca era del 5% e ad oggi è del 55%.
Dati che dovrebbero fare riflettere. Invece, per di più e sempre in
automatico anche la pena per circa 10.000 detenuti per spaccio di
droghe leggere verrà meno. Ne consegue che dalle carceri sovraffollate
uscirà una marea di gente delinquente grazie alla caduta della
Fini-Giovanardi e allo "svuota carceri" o indulto a piede libero.
Questo è il regalo che lo Stato italiano incompetente e vergognoso ci
fa. Il danno e la beffa. A quando una rivoluzione seria da parte degli
italiani?
Roberta Bartolini
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