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lunedì 27 agosto 2012

Tassa sulle bevande gassate

Governo Monti, nuova tassa, nuova polemica. L'estate 2012 targata "spending review" anziché produrre tagli agli sprechi e ad enormi prebende governative persevera nel vessare i contribuenti italiani. Questa volta a farne le spese in una maniera assurda sono i produttori di bevande gassate che a loro volta si rifaranno sui consumatori. Peccato che oltre a voler risparmiare e riscuotere denaro il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, abbia voluto incentrare la nuova tassa  - come mera giustificazione per un'emerita malefatta - sul discorso prevenzione giovani e minori pensando alla loro educazione anche alimentare.
Insomma, tassando bevande gassate si ha avuto la brillante idea di far consumare meno anidride carbonica e zucchero ai più giovani. Continuo a ritenere questa trovata assurda, inutile, irrispettosa e soprattutto diseducativa. Se si intende procedere sulla via della buona educazione bisognerebbe farlo a 360° e partendo dalle basi, dalle origini, non viceversa. Ad esempio, penso  alla prevenzione sui consumi alcolici che statisticamente pare aumentino sempre più fra i giovani. La frequentazione assidua di "happy hours" ne è una riprova. Inoltre, penso che occorrerebbe puntare su una migliore educazione scolastica che comprenda quasi ogni parte dello scibile in modo da rafforzare la psicologia giovanile. Senza contare che, per rimanere in tema alcool, rammento che in Francia, a partire dal 1 settembre, entrerà in vigore l'obbligo di detenere un etilometro all'interno di ogni auto privata. Legge, obbligo, ma anche prevenzione e timore riverenziale di fronte al consumo di alcool. Credo  che di fronte a  tassazioni, a regole da imporre, un governo serio dovrebbe, oltre che pensare a prevenire, correggere, medicare al meglio, anche basarsi su esempi e modelli utili, validi, già in vigore in altri Paesi. Abbiamo citato la Francia, possiamo rivolgerci anche alla Svizzera dove pare che il Prof. Monti abbia trascorso gran parte delle sue vacanze, in Engadina, in barba alla "spending review" ovviamente applicata sugli altri. Monti avrebbe  potuto prendere esempio dalla frequentata Federazione Elvetica dove, nel settore del turismo, vengono imposti prezzi e costi differenti a seconda che questi vengano applicati agli autoctoni piuttosto che ai turisti stranieri. Si potrebbe pensare ad un tipo di diversificazione emarginante. In realtà, mi sembra una buona e valida idea da applicare magari solo in alcuni periodi dell'anno. Insomma, Monti avrebbe molto materiale per poter applicare a ragion veduta la sua "spending review". Ma ancora una volta si rivela un flop.
Peccato che a pagarne le conseguenze siano sempre i tartassati italiani.
 
Roberta Bartolini
 
 
 
 

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