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mercoledì 29 agosto 2012

Spirito della Bèrghemfest

Attendevo con ansia il commento del post "Bèrghemfest" da parte de La Padania e, come pensavo, ne è risuttato qualcosa di assolutamente positivo non solo per la Lega ma anche per la discussione concreta di progetti quali la creazione della Macroregione alpina e mediterranea che pare mettere sempre più radici. Ma in realtà mi hanno interessato maggiormente due passi di quanto letto su La Padania del 29 agosto: uno riguardante le parole di Andrea Gibelli, vice governatore lombrado, ed un altro in merito a delle novità o quanto meno a dei dettagli di cui non ero affatto a conoscenza riguardo la macroregione in questione e che invece dovrebbero essere messi in risalto il più possibile per sfatare miti o leggende come quella di chi "accusa di folklorismo" la Lega e che al contrario dovrebbe "informarsi" - come sostiene lo stesso Gibelli.
Sia Cota che Gibelli sono d'accordo nell'affermare che "qualunque attività imprenditoriale collegata al costo del lavoro è in difficoltà perché le materie prime sono sempre in minoranza mentre la grande risorsa del nord è proprio il lavoro". Il lavoro deve venire salvaguardato perché base, origine, radice della produttività e della ricchezza di un popolo. Se in Italia si continua a sperperare tale ricchezza e a non valorizzare né tutelare le imprese che producono, allora deve necessariamente essere presa in considerazione la possibilità di trovare strade alternative. Ne va del nostro futuro e si tratta di una cosa seria su cui non si può perdere del tempo utile. La Lega Nord avrebbe individuato nella Macroregione Padana la giusta alternativa al sistema centralista italiano anche confrontandosi con esempi, modelli di Paesi stranieri europei. Questo è il secondo passo che mi ha interessato del resoconto fatto sulla Bèrghemfest. Gibelli afferma che "La Macroregione padana è formata da tanti nord", dei quali "nessuno deve perdere la propria identità con fusioni di regioni". Questa è una valida argomentazione da spiegare alla gente in quanto l'istituzione della Macroregione non significa divisione, secessione, allontanamento né dal proprio Paese né dalle proprie tradizioni locali, ma semmai il contrario, un arricchimento ed un confronto con altri esempi.
Mi ha colpito anche il ragionamento intorno allo studio effettivo di una vera e propria moneta complementare, una moneta diversa dall'euro, studio basato sul fatto che in Europa già esistono esperienze di monete complementari al conio ufficiale, come in Svizzera, in Germania, in Francia a partire dal 2013. In Inghilterra esistono numeri, cifre e dati alla mano esatti che non possono essere smentiti, numeri che fanno "economia vera", spiega Andrea Gibelli. Dettagli di cui il normale cittadino italiano penso non sia al corrente in quanto si tratta di notizie che non vengono fatte trapelare.
Mi auguro solo che la Lega, unica forza italiana in grado di sostenere la Macroregione perché ci crede veramente, continui imperterrita a cercare di raggiungere i propri obbiettivi anche a costo di rimanere all'opposizione a vita. Ma ritengo che alla lunga la coerenza e l'amore per il proprio territorio e per chi crede nella Lega stessa verranno ricompensati da un elettorato sempre più in crescita. Sarebbe questa la sola salvezza per il nostro Paese.
 
Roberta Bartolini
 
 

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