La vittoria d'Oltralpe nella Francia di Marine Le Pen con il suo Front
National deve essere scandagliata e guardata come modello da assumere
sia per i contenuti che per la forma. La differenza grande è che in
Francia vince un forte senso di nazionalismo, mentre in Italia un
divisionismo atavico. Non per questo l'Italia deve considerarsi come un
Paese spaccato ma suddiviso in regioni e peculiarità individuali. Si
deve considerare che la Le Pen non è fresca a vittorie ma si deve
sottolineare come l'ultima vittoria sia stata il coronamento di una
serie di battaglie vinte in un percorso che dura da tempo in cui la Le
Pen si è messa in gioco in prima linea quasi dovesse combattere per
arrivare all'Eliseo da subito. Alla base esiste una sua forte e
capillare preparazione che la induce a porre avanti tutto una linea
guida di partito che non cambia di fronte agli eventi e si colloca a
prescindere. Il suo è il classico atteggiamento propositivo che si pone
un obbiettivo dietro l'altro. Questo produce sicurezza tra gli elettori
che la stessa Le Pen mette sempre in primo piano. Il suo non puo' e non
deve essere considerato "populismo" di cui si parla da giorni in Italia.
Come non deve essere ritenuto populismo quello di Salvini e della sua
Lega innovativa, piu' avveduta e preparata rispetto ai tempi passati.
Tuttavia, le critiche da parte della stampa, dei media e dei partiti
avversari non mancano. Pertanto, credo che la Lega debba umilmente fare
un passo in avanti per divenire sempre piu' credibile, per crescere,
migliorare e fare breccia tra gli elettori italiani divenuti anch'essi
più critici rispetto al passato. Si concentri sui programmi a
prescindere dagli eventi straordinari. E crescerà.
Roberta Bartolini
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