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mercoledì 13 maggio 2015

Chiusura estiva scuole: ricetta per ovviare problema a famiglie

Dal 14 giugno per tre mesi le scuole italiane chiudono battente. A
beneficiarne sono gli insegnanti e i ragazzi.  A farne le spese sono
le famiglie che devono fare i salti mortali per unire tempo
libero/lavoro/organizzazione famigliare a parte il breve periodo di
vacanza sacrosanta, sempre che se lo possano permettere.
La ricetta dello Stato italiano è la seguente: nel privato basta
pagare e fungono i centri estivi all'interno delle scuole ma per un
solo mese in genere. Nel pubblico vale  la stessa regola tranne per il
fatto che le scuole si affidano a cooperative ed associazioni esterne,
per carità, valide e collaudate ma a pagamento il cui onere comprende
sempre in genere: quote di iscrizione ed assicurazione, pasti e
materiale scolastico.
Ritengo che la vera politica fatta tra e per la gente dovrebbe
occuparsi di questi problemi e mettere in evidenza la questione se
esista una differenza tra trattamento verso ii cittadini autoctoni e
quelli stranieri.
La mia ricetta, che non è l'uovo di colombo, ma soluzione dettata dal
buon senso:
- chiusura limitata delle scuole, ad ex. solo un mese durante il quale
le famiglie riuscirebbero a coprire l'assenza dalla scuola del proprio
figlio tramite ferie, aiuto di parenti e/o baby sitter oppure
attraverso la presenza delle cooperative menzionate che danno la
propria disponibilità anche a settimane. Nel periodo restante le
scuole dovrebbero essere aperte ed adottare un programma ridotto con
riduzione del personale docente che potrebbe fare turni per coprire
tutte le ore scolastiche giornaliere.
- un dato certo è che i costi per le strutture superflue come
associazioni, cooperative e scuole aperte anche in estate dovrebbero
essere più bassi e alla mercé di tutti i cittadini.

Parliamone.

Roberta Bartolini

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