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venerdì 19 settembre 2014

Padova, scuola di integrazione al contrario

Padova, scuola di integrazione al contrario. Su 66 bambini iscritti alla scuola materna, uno solo è italiano. Questa è la situazione della scuola d'infanzia statale Quadrifoglio, nel quartiere di Arcella di Padova, che ha messo in allarme tutta la città a partire dal suo neo e super efficiente sindaco, Bitonci, allarme partita dalla famiglia dell'unico bambino italiano in oggetto. Il commento conseguente di Massimo Bitonci è stato in sintesi il seguente: "il modello di integrazione del governo Renzi è sbagliato. Gli alunni italiani non possono essere penalizzati nell'apprendimento della lingua italiana e di altre discipline, dalla presenza massiccia di alunni stranieri. Il caso limite di Padova grida vendetta." Pare che il comune non c'entri con l'assetto delle classi già predisposte dalle graduatorie su scala nazionale. Questo è in linea di massima il concetto a livello generale che ci viene tramandato dai media, dai social network e dai dati di fatto. Andrei un pò più nello specifico per cercare di capire le ragioni della mamma disperata a portare a conoscenza di tutti il suo caso personale. Per tanto che l'integrazione straniera debba venire accettata - sempre che venga accertata da documentazione in regola degli stranieri - in uno Stato democratico europeo è inaccettabile che su una scuola di 66 bambini solo uno sia italiano. O si pensa di creare delle scuole solo per extra comunitari (ghettizzandoli di conseguenza e quindi discriminandoli) oppure si cerchi di costruire una situazione di parità e proporzioni eque tra razze. Chi di competenza dovrà attenersi a regole (lo Stato, i comuni). Tuttavia, nello specifico di Padova, credo che occorra fare chiarezza sulle caratteristiche del quartiere Arcella (che non conosco), se strettamente popolare e costituito da percentuali alte di stranieri e sulla situazione della scuola Quadrifoglio e della sua storia. Al momento della iscrizione del proprio figlio mi risulta strano che a priori non si venga a conoscenza della classe precostituita e della presenza o meno di stranieri nella struttura. Da genitore si ha il diritto/dovere di conoscere tutte le caratteristiche della scuola prima dell'iscrizione. Penso che la mamma del bambino in questione si sia premunita a dovere in tal senso. Se no, sarebbe grave, se si tale caso sarebbe da denuncia secca. Tuttavia, resta il fatto che il caso menzionato di Padova debba essere monitorato per non generare seri e pericolosi precedenti.
Roberta Bartolini

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