giovedì 27 marzo 2014
Sulla discarica abusiva in Abruzzo
26 marzo 2014. Rimbalza sulla cronaca nazionale la notizia della
presenza di una enorme discarica abusiva piena di tonnellate di
rifiuti tossici e scarti industriali su 30 ettari di terreno che si
trovano a Bussi, nella Valle del Fiume Pescara, in Abruzzo. Rifiuti
legati alla presenza delle industrie Montedison e Solvey. Pare sia la
discarica più grande d'Europa a confine tra Pescara e L'Aquila.
Notizia che tuttavia risale al passato che può essere scandagliato nei
seguenti anni. Nel 1963 si evince della presenza della discarica
abusiva di Bussi da un passo della relazione dell'Istituto superiore
della sanità che tratta dell'interramento di clorometani inizialmente
scaricati nel fiume Tirino e successivamente interrati nella
megadiscarica abusiva di Bussi. Il 1972 pare sia l'ultimo anno in cui
vi sono riferimenti diretti o indiretti a riguardo. Bisognerà poi
attendere il 2007 per riportare alla luce la megadiscarica attraverso
gli accertamenti del Corpo forestale dello Stato. Pertanto, la notizia
di ieri non è nuova, anzi, è storia vecchia, ma resa morta e sepolta
nonostante nel tempo vi fossero state molte segnalazioni da parte
della stessa guardia forestale. L'effetto più devastante di tale
discarica è dato dalla scoperta (all'insaputa generale della
popolazione) di acqua contaminata nelle tubature di abitazioni,
ospedali e scuole a causa della propagazione dei veleni tossici nel
terreno coinvolto nello scandalo. Ad oggi vi è un'inchiesta in corso
perché se è vero che l'acqua contaminata è stata distribuita in un
vasto territorio e a circa 700mila persone senza controllo questo
diviene un reale pericolo e un attentato alla vita di molti. Se non è
mafia questa cosi difficile da debellare e da combattere... Ma meglio
tardi che mai, ora non si può più stare a guardare.
Roberta Bartolini
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