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venerdì 7 marzo 2014

Rivoluzione del concetto "quote rosa"

A fare slittare il voto alla Camera sulla nuova legge elettorale
questa volta è la polemica bipartisan delle deputate per il testo che
introduce la parità di genere. Insomma, è scontro sulle quote rosa.
Sarà che siamo sotto la festa della donna, sarà che in questo periodo
lo stalking è sempre più diffuso e le donne vengono maltrattate dai
coniugi soprattutto in Paesi esteri come l'Arabia e l'India - donne
trattate come mostri solo per il proprio sesso - sarà che
personalmente lavoro in un'azienda di stampo maschilista e maschile
per eccellenza (va da sé che le donne siano poco considerate) mi viene
naturale non tanto difendere la loro posizione (non sono mai stata una
femminista) quanto occuparmi di esprimere un mio parere in merito.
Sono contraria alla presenza delle quote rosa in politica. Una volta
che la donna ha ottenuto la sua indipendenza come nei fatti non vedo
il motivo per cui occorra razionalizzare il numero di maschi e femmine
anche in Parlamento. Piuttosto,  penserei ad introdurre la possibilità
per le donne di poter fare politica e carriera politica a parità degli
uomini partendo dal presupposto che fare politica significa anche dare
il massimo della propria disponibilità  e dedicare tempo e spazio ad
un' attività che ti coinvolge in toto. A parte chi è raccomandato o
chi ha il denaro sufficiente per fare politica facile, in genere le
donne sono anche mamme e come tali oggettivamente hanno meno tempo
rispetto ai maschietti. E' un dato di fatto. Se sei donna e intendi
fare politica risulta complesso conciliare i vari impegni. Pertanto,
intenderei per quote rosa semmai un aiuto per poter permettere alle
donne di fare politica in un modo migliore a livello di quantità e di
qualità rispetto ai tempi attuali. In questo modo vi saranno più donne
sulla scena politica al punto di non dover optare per le quote rosa.
Elementare Watson.

Roberta Bartolini

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