In Italia vige l'usanza del dire e non dire, del pensare ma del non
osare e chi osa paga sulla propria pelle, in politica sulla sua
carriera. E' il caso del fatto di mettere mano alla Costituzione,
intoccabile, già definita da Fini come "una pietra miliare". La
questione è che se i tempi cambiano occorre anche cambiare se il caso
le leggi che regolamentano la vita cangiante. Ma guai a farlo, ti
inimichi il mondo. A provarci in maniera risoluta è Roberto Maroni,
governatore della Lombardia, che nella sua regione ha proposto un
referendum per l'abrogazione della Legge Merlin, la Legge che impone
la chiusura delle case chiuse, sapendo già di essere controcorrente e
in minoranza rispetto alla maggior parte dei politici (di sinistra)
che sono progressisti solo a parole. Ci aveva già provato ad ergersi
sul fronte opposto della difesa di tale legge il giornalista Indro
Montanelli che si batté contro una legge che elimina dfinitivamente
la regolamentazione delle case chiuse. Ad oggi essere contro e votare
contro come già ha fatto il Pd e il Ncd risulta anacronistico alla
luce della situazione che si è creata internazionalmente sulla tratta
delle prostitute e sul dilagare del sesso perverso e pericoloso on
line. Occorrerebbe invece porre delle regole definitive che
regolamentino non una moda ma un modo di essere, una voglia intrinseca
nell'uomo che esiste dai tempi antichi. Ma ricordiamo che nel 1400 nel
Regno delle Due Sicilie in Italia veniva regolamentata la
prostituzione fino a giungere all'Unità d'Italia in cui la tradizione
delle case di tolleranza era sotto gli occhi di tutti. E' quindi dal
1958 - anno della legge Merlin - che non ci si occupa attivamente di
una situazione che oramai è sfuggita di mano al punto di arrivare a
testimoniare la prostituzione minorile. Proprio la sinistra ne è
contro, una sinistra che invece propone la liberalizzazione della
droga. Come sostiene lo stesso Maroni lo scopo primario della
richiesta del referendum per abrogare una legge vetusta è di
"mofidicare una normativa superata e inadeguata da troppi anni". Non
si tratta di legalizzare la prostituzione ma di regolamentare quello
che avviene nella realtà, togliendo il fenomeno dalle strade e
sottraendolo alla malavita. Occorre soltanto che il Parlamento prenda
finalmente una posizione. Aspetta e spera.
Roberta Bartolini
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