Toni impropri o no di Marino, recriminazioni giuste o sbagliate che
siano, parole pesanti da parte di un sindaco di una capitale come "la
politica deve essere consegnata ai forconi", il dato certo è che oggi
in Parlamento si vota per il decreto "Salva-Roma" e sarà questa la
prima mossa del neo governo Renzi. Ennesimo governo che dimostra di
non avere programmi ben precisi da rispettare ma che si vende al primo
richiedente, e quale richiedente. Sindaco romano del Pd che pur di non
essere commissariato insieme con la capitale farebbe carte false per
ottenere ciò che vuole. Infatti minaccia il blocco della città
obbligando un Renzi manovrato dall'alto a garantire la bellezza di un
miliardo (all'anno) pari al costo del del decreto in oggetto.
Quattrini che si vanno a sommare ad un importo di circa 500 milioni di
euro l'anno stanziati per Roma e per coprire un debito pregresso di
18 miliardi di euro. Tale decreto già sotto il governo Letta era stato
accantonato grazie soprattutto alle rimostranze della Lega
assolutamente contraria a fare riportare i poteri a Roma
ricentralizzandoli. Lega che tuttavia continuerà a dare battaglia.
Oltre che essere un salasso continuativo, quello di Roma è un pessimo
esempio per tutti da parte della massima Istituzione, lo Stato. Senza
contare che i quattrini dati ad un sindaco incompetente provengono
dalle casse degli italiani. L'unica speranza è che gli italiani
possano capire in che mani siamo e che si avvicinino maggiormente alle
idee leghiste e ai suoi più importanti cavalli di battaglia come
questo di opporsi al decreto Salva-Roma. Anche se forse l'unica
soluzione è che Roma venisse riconsegnata alla Chiesa sicuramente
capace di amministrarla grazie al suo denaro e potere.
Roberta Bartolini
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