Immancabili, sulla scena politica spuntano alla luce del sole (finora
sono solo rimasti a guardare Renzi) Camusso e Landini, capi sindacati
più forti che mai, più politicizzati che mai, più anacronistici che
mai. Non è una novità che i sindacati interferiscano nelle decisioni
dei nostri governi, ma questa volta con Renzi potrebbero davvero
danneggiare l'ultima speranza per il popolo italiano. Sempre che Renzi
li ascolti ovviamente, posizionato com'è tra mille fuochi e manovrato
senza libertà di azione. Se a questo aggiungiamo che lo stesso Renzi
proviene dalla file del Pd che progressista propriamente non è, il
cerchio si chiude. Parlo di Renzi come dell'ultima speranza per
l'Italia per chi crede ancora nel nostro Stato, nell'Italia fatta a
tavolino, mafiosa e centrista, non federale, assistenzialista,
buonista e finta moralista, solidale nel modo errrato, invischiata in
un apparato statale che non ha precedenti, gestita da burocrati e
finanzieri italiani ed esteri. Per chi invece riesce a guardare
l'Italia in maniera piiù distaccata Renzi non può che essere
considerato come un'altra pedina mossa dalla sete di potere di alcuni
e dalla follia di altri (sindacati che con l'auspicio di più tasse,
più regolazione, più spesa pubblica e con il diprezzo verso chi fa
impresa e che è ricco - ma che al contempo arricchisce anche la stessa
Italia). Chi è lucido e pragmativo individua invece l'unico baluardo
di salvezza in chi vorrebbe gestire lo Stato in maniera più
responsabile ponendo regole e facendole rispettare, tagliando sprechi
e privilegi e la macchina statale, mettendo mano al problema
immigrazione, dialogando con i cittadini, decidendo di parlare e
discutere su eventuali possibilità di uscita dall'euro o di un sano
federalismo che possa incentivare al senso di responsabilità ogni
regione, riportando al popolo la sua sovranità come regola base della
democrazia. Maditiamoci.
Roberta Bartolini
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