Che argomento! Immane da affrontare per chi non è studioso,
giornalista o scrittore, ma troppo importante per non essere
sviscerato o quanto meno commentato. E' ciò che mi accade leggendo gli
articoli eloquenti di Vittorio Feltri e di Annamaria Bernardini De
Pace, a mio avviso, esaustivi e condivisibili in tutte le loro
sfaccettature. Da mamma vorrei aggiungere un commento dettato
dall'esperienza. Come scrive Feltri, una donna con figli, specie se
neo-mamma, o sta a casa con tutto ciò che ne comporta (anche e
soprattutto guadagnando di meno) o ricomincia a lavorare perché ha
bisogno di un lavoro, ergo, di uno stipendio (sempre che non abbia la
fortuna di essere ricca ed agevolata in tutto). Dispiace dover ridurre
il concetto di figli, di mamma - che è la natura - ad una mera
preoccupazione di carattere economico. Eppure, oggigiorno diventare
mamme/genitori sta diventando sempre più un male sociale nella misura
in cui uno Stato non garantisca diritti e sussidi. Infatti, in molti
Paesi europei civili del nord questo dibattito penso diverrebbe
sterile, arido e fine a se stesso dal momento che i loro Stati e
governi si occupano seriamente di tali elementi sociali dimostrando
anche di aver rispetto per la natura e la vita umana. Sì, perché
concordo con la definizione usata dalla De Pace per cui fare figli
"significa anche programmare il futuro nell'illusione dell'eternità".
Parole stupende e signiifcative. Divenire mamma o papà non significa
solo espletare un dovere di leggi fisiche ma anche proiettare la
nostra mente verso una vita altra, un futuro immortale occupato dalla
crescita del figlio che a sua volta sarà chiamato a procreare, ecc.
Come rinunciare a tutto questo? Ma come riuscire a conciliare il tutto
se si lavora in due, se si hanno pochi quattrini per usufruire di
nidi, campi estivi o baby-sitter? Personalmente non voglio e non devo
lamentarmi in quanto ho una famiglia meraviglioasa, incrociando le
dita, la salute ci assiste, ho un bimbo di quattro anni e mezzo sano e
stupendo, ho l'avvallo di quattro nonni anziani (sugli '80 circa) ma
in gamba. Ma lavoro come mio marito a tempo pieno e non mi posso
permettere aiuti esterni se non gli stanchi, esausti benché felici
nonni. E' dura, come sostiene Feltri, noi donne-mamme abbiamo due/tre
lavori, ma abbiamo anche il dovere di mantenere la calma e sangue
freddo per il bene della coppia e dei figli, di essere belle e dolci
mogli e tenere e risolute mamme. Non è facile. Di fronte alla natura
ed al dono meraviglioso che sono i figli non si dovrebbe fare certi
ragionamenti superabili attraverso il cuore. Ma non è facile, anche a
causa del malessere sociale portato da incompetenze ed
irresponsabilità dei nostri governi. Pensiamoci.
Roberta Bartolini
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