> Essere leghisti (magari solo nell'animo, nel più profondo del nostro
> io) non significa necessariamente essere bollati di razzismo,
> indipendentismo, autonomismo. Questi concetti - da ampliare ed
> approfondire - sono i principali cavalli di battaglia di un movimento
> storico che è caratterizzato da uomini, idee, progetti e programmi
> così come altri partiti italiani che nessuno penserebbe mai di
> vituperare e declassare. Il rispetto delle opinioni altrui da cui si
> possono peraltro trarre insegnamenti è la base della democrazia, che
> (spiace dirlo), la sinistra italiana vuole eliminare (non
> democraticamente). Pertanto, credo che la Lega (e se è all'opposizione
> e se è diventata un partito minoritario è anche perché il suo spirito
> autoreferenziale non l'ha mai spinta a farsi conoscere in toto al di
> fuori dei suoi ranghi circoscritti) abbia il diritto/dovere di esporre
> le proprie politiche soprattutto quando queste si manifestano le più
> efficaci ed anche paradossalmente liberali. Parliamo ad esempio del
> tema dell'immigrazione: tema divenuto un tabù in quanto relegato come
> argomento minore dalla sinistra sempre al potere, finta buonista e
> finta solidale. La Lega propone da sempre - ai fini del non
> raggiungimento del razzismo - una seria politica d'integrazione dello
> straniero fatta di regole ferree (Malta docet) propedeutiche ad una
> corretta convivenza tra soggetti e razze diversi. Il fenomeno
> migratorio (popolazioni africane, rom) è ottimale ed in crescita ma
> non salvaguardato a dovere (in particolare dalla UE). E' un dato di
> fatto. E la Lega avrebbe progetti in mano. Li esponga, si faccia
> sentire. Otterrebbe una marea di consensi.
Roberta Bartolini
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