> A furia di dire che certi argomenti sono tabù, che bisognerebbe avere
> il coraggio di affrontare determinati temi ma il timore vince ogni
> cosa, che in Italia sarebbe bene affrontare prima di tutto problemi
> scottanti anziché altri, non accade nulla paradossalmente. Tutto
> rimane al palo. Che un governo si ponga delle priorità è un dovere, ma
> l'importante è non tralasciare alcunché. L'ultimo caso, dopo quello
> del dubbioso MInistero della Kyenge con tutto quello che ne consegue,
> è dato dalla presenza del deputato democratico del Pd, Khalid Chaouki,
> musulmano praticante che il nostro governo tecnico (che non ne ha
> ancora azzeccata una se non di posizionare ai posti di comando persone
> incompetenti o immeritevoli) ha pensato bene di eleggere in
> Parlamento. Gente subdola, che nel silenzio trama fino ad arrivare al
> raggiungimento del proprio scopo: quello di porre la loro religione e
> il loro trand di vita musulmana sopra tutto, anche sopra le regole del
> governo italiano e le tradizioni tipicamente italiane. Comportamento
> questo da seguire nel proprio Paese di origine ma non in quello
> ospitante. Questa volta penso si sia toccato il fondo con un deputato
> che vuole (non vorrebbe al condizionale) che in base alla prospettiva
> multireligiosa della nostra società si crei una buvette a Montecitorio
> con cibi musulmani come carne halal, in quanto " tutti devono avere a
> disposizione cibo lecito per la propria religione". Prima di
> realizzare una società multiculturale occorre partire da una società
> autoctona fondata su basi solide per poi aprirsi ad altre culture.
> Questo comporta una mole di lavoro propedeutica non indifferente, ciò
> che non avviene attualmente in Italia. Ma quando si parla di carne
> halal credo esistano tutti i presupposti per prendere dei
> provvedimenti. Se si realizza cosa significhi davvero halal, il suo
> rito con cui vengono uccisi gli animali, credo che il buon Chaouki
> verrebbe direttamente espulso dal Parlamento senza se e senza ma.
> Informatevi e informate il popolo italiano.
Roberta Bartolini
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