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venerdì 2 agosto 2013

Post condanna Berlusconi: silenzio e inganni

Sul caso Berlusconi, oltre a discutere del dopo condanna, del ruolo
futuro del Pdl, dell'accanimento gratuito verso una persona, un
imprenditore ed un mondo intero, nonché dell'eccessivo ed immortale
ottimismo dello stesso Berlusconi capace e pronto ad un'altra sua
creazione (la nuova Forza Italia) bisogna (è un nostro dovere) parlare
della reazione dell'Europa e del mondo  e dell'eco prodotto. Teniamo
presente che la maggior parte delle notizie profuse provengono dalla
stampa italiana prettamente di sinistra che altera a suo piacere la
realtà. In questo modo la brutta figura fatta dalla Magistratura
italiana potrebbe venire interpretata come al contrario una brutta
figura dell'ex Premier ritenuto colpevole di chi sa quale reato,
colpevole più degli assassini che rimangono a piede libero. Il reato
di essere sempre stato un imprenditore che improvvisamente è sceso in
campo in politica, di aver vinto le elezioni con la convinzione di
poter contrastare la sinistra comunista ed il suo potere come nessuno
aveva mai fatto prima. Un presunto enorme reato seguito poi da un
andazzo di vita privata piuttosto discutibile che, ricoprendo un ruolo
istituzionale rilevante, ha regalato ai pm detrattori di Berlusconi la
possibilità di indagare sul suo conto fino a vituperarlo come l'ultimo
degli stalker. Peccato che prove certe dei suoi reati non esistano. Ma
questo è un optional. L'importante è punire chi produce, chi crea, chi
dà lavoro a migliaia di famiglie, chi ha la presunzione e la capacità
di migliorare un Paese e di renderlo competitivo con il resto del
globo. E poi chissenefrega. Occorre invece urlare al mondo la verità
che viene stravolta, abbattere il velo di silenzio omertoso che ci
rende tutti collusi con il verdetto di una magistratura politicizzata
e non imparziale, altro che "saggia", come viene definita da Il Sole
24 Ore. Ma quando si è mai visto un ex Premier essere preso d'assalto
in tutta la sua persona come nel caso di Berlusconi? Cose inaudite
prettamente italiane di fronte alle quali non si può rimanere passivi
e silenti.

Roberta Bartolini

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