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domenica 28 luglio 2013

Stragi: col senno di poi...

Col senno di poi.....Strage di Santiago, strage che, vista la
cerneficina da parte di un solo agente omicida, la possiamo accomunare
alle stragi precedenti commesse negli ultimi anni da pazzi assassini,
psicolabili o utopici dei in terra. Tuttavia si tratta di stragi e di
morti, troppi morti che in qualche modo devono essere rivendicati. Chi
li ha sulla coscienza, volente o nolente, deve pagare non solo con le
scuse e con la voglia di morire dimostrata a parole ma deve essere
punito. Punto. Vedremo la Spagna come si comporterà in merito. La
scoperta del suo uso smodato della rete per vantarsi della velocità
sostenuta con cui faceva viaggiare i suoi treni ad alta velocità ci
sorprende ed impaurisce. Chissà da quanto tempo correva così
velocemente, ma una volta è stata fatale. L'unica caratteristica che
rende la strage di Santiago di Compostela più drammatica delle altre è
il fatto che l'assassino non è un singolo cittadino, magari un malato
con idee fantascientifiche nella testa, ma un lavoratore, un
dipendente delle Ferrovie (benché dell'alta velocità) spagnole con
tanto di doveri e di responsabilità. Purtroppo l'errore umano ci può
stare (statisticamente lo dimostrano anche incidenti di aerei), oppure
in questo caso un errore del macchinista potrebbe essere giustificato
per l'assenza di controllo del limite di velocità del treno, della
presenza dell'allarme velocità che ad esempio fortunatamente nei treni
ad alta velocità presenti in Italia esiste. Tuttavia, mi sembra di
capire che il macchinista spagnolo Francisco non avrebbe avuto nessuna
attenuante in quanto mentre guidava usava il telefononino per mandare
messaggi in codice sull'uso smodato della possibilità di viaggiare
super veloce che faceva. Questa è fantascienza, non quella che porta
un ideale Batman a sparare su una folla in un cinema (benché assurdo e
macabro) o un pazzo che se la prende con giovani studenti per far
fuori la marea di "scarafaggi" che vivono nel mondo (follia pura di
uno squilibrato, non giustificabile ma ancora diversa da quella dello
spagnolo). Questa è una storia assurda che vede mancanza di
responsabilità collettive: il macchinista lavativo, l'assenza di
regole ferree per la velocità da parte delle ferrovie spagnole e la
mancata denuncia da parte di chi ha ricevuto i messaggi su facebook di
un uomo che sfrutta il lavoro e la vita altrui per goduria personale.
Col senno di poi......ma chi deve essere punito lo deve essere senza
se e senza ma.

Roberta Bartolini

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