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lunedì 24 giugno 2013

La colpa di essere un vero liberale

La Ministro Idem si è dimessa. La notizia del giorno, anzi, del
governo Letta (sì, perché da quando è stato eletto mi sembra che
questa sia la vera prima "breaking news") purtroppo viene messa in
secondo piano per forza di cose. Peccato. Non riusciamo a gustarci un
piccolo frammento di sana giustizia coperto da un fatto di reale mala
giustizia che ha appena superato se stessa. Parliamo della sentenza
fredda, atroce e vergognosa inflitta a Silvio Berlusconi: 7 anni di
condanna e interdizione a vita dai pubblici uffici. Incredibile ma
vero. Finalmente giustizia è stata fatta dalla sinistra e dalla
mgistratura politicizzata a sinistra. Ma era già scritto nella storia.
Soltanto un Berlusconi idealista e ottimista, soltanto un liberale
verace poteva sperare che Silvio potesse farla franca e non dovesse
venire punito. Punito semplicemente per essersi affacciato quel giorno
lontano negli anni '90 alla porta della politica per porgere una mano
e un aiuto concreto a un'Italia malata. Già allora si parlava di
Italia debole e in declino, ma l'inerzia e il conservatorismo assoluto
pur di non perdere consensi vinceva ancora. Soltanto una persona ebbe
il coraggio di metterci la faccia, il proprio denaro, l'esperienza di
imprenditore sul campo, il desiderio di migliorare lo stato delle
cose, l'amore sviscerato per il proprio territorio, per gli italiani
suoi connazionali, l'amore per la giustizia, per la verità, per la
libertà, per la vera democrazia. soltanto una persona in Italia può
vantare tali qualità che in un altro Paese sarebbero state lette come
manna dal cielo, come regalo divino da cogliere al volo e da
ringraziare per il bene prezioso che avrebbe portato. Tuttavia,
soltanto un Paese, un tipo di abitanti, una politica malata di
protagonismo e di potere, un popolo di irresponsabili al contrario non
solo non ha colto e capito il pensiero dell'elogio della follia
erasmiana di Berlusconi ma lo ha vituperato e ha scelto la sua
distruzione come suo unico obbiettivo di vita. Mi domando con quale
orgoglio e senso di nazione possiamo andare avanti e guardarci in
faccia. Che Berlusconi Premier - con una carica istituzionale molto
importante - abbia commesso errori tattici, di sostanza e di forma sia
nei confronti dei propri partiti (Forza Italia e Pdl) è indubbio, che
abbia peccato di leggerezza e forse un pò di onnipotenza (mondo del
"bunga bunga") ci può stare, ma essere accusato e condannato così
gravemente per concussione, sfruttamento e favoreggiamento della
prostituzione minorile peraltro in casa propria, all'interno della sua
residenza e quindi in piena privacy, sa del vergognoso ma non
dell'inaudito ed inaspettato. Soltanto chi è un vero liberale può
credere nella buona fede dell'avversario italiano di sinistra, invece
sempre pronto ed in agguato per condannare la controparte anche se non
in torto. Berlusconi ha quindi commesso il più grave errore che uno
statista potesse fare: sottovalutare l'avversario, sopravvalutarsi e
idealizzare i propri obbiettivi. Avrebbe dovuto tenere i piedi per
terra. Ma anche questo fa parte dell'uomo Berlusconi, credo il
politico più amato dagli italiani e quindi più negato e pronto per
essere fatto fuori. Se questa è giustizia mi domando se potrà esistere
una vendetta alla pari. Sarebbe l'ultima speranza per la povera Italia
da sempre malata.

Roberta Bartolini

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