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lunedì 2 luglio 2012

Quando manca il senso nazionalistico

Possibile che per sentire parlare di nazionalismo italiano occorre scomodare la bandiera dell'Italia in occasione dei festeggiamenti dei 150 anni dell'Unità d'Italia, oppure ascoltare le parole di prassi del Presidente della Repubblica di turno che si gongola di essere il maggiore rappresentante nelle parate o nelle cerimonie di rito in alcuni giorni festivi dell'anno, oppure ahimé commemorare la morte di nostri connazionali o militari se muoiono in missione all'estero? Possibile che un briciolo di orgoglio e senso nazionalistico non esista sempre, in ogni momento all'interno dell'animo e dello spirito degli italiani? Possibile che se la squadra nazionale italiana di calcio giunge in finale in un torneo molto importante e rinomato come quello degli Europei non sia consentito di festeggiare, di sbandierare il tricolore, di gioire anche per un istante per un gol e magari di sdrammatizzare una situazione nazionale attuale di crisi e tesa senza essere derisi o non compresi? Sì, perché sia sui social network, sia nella realtà di tutti i giorni tifare per i nostri azzurri è diventata un'impresa ardua: questi calciatori si vergognino con tutti i soldi che guadagnano, non fanno altro che il loro mestiere e noi a osannarli. Questo è divenuto il pensiero comune di questi ultimi tempi tanto che viene quasi da essere lieti che gli Europei siano terminati. Ma che gli azzurri abbiano vinto la seconda medaglia, quella d'argento, possibile non interessi proprio a nessuno?
Penso che occorra essere seri o sembrare di esserlo per altri motivi, nella quotidianità, nei nostri comportamenti verso gli altri, nel senso civico, nella serietà con cui si deve affrontare la situazione lavorativa, nel senso di responsabilità quando si viene chiamati alle urne. Se si rispettassero un pò di più regole e principi di fondo forse non arriveremmo al punto di stupirci se qualcuno si straccia ancora le vesti per una squadra di calcio oppure gioisce se Roberto Maroni viene eletto a furor di popolo - leghista - il nuovo segretario federale della Lega Nord.
Mi si chiederà cosa c'entra il discorso del senso nazionalistico italiano con la Lega. Cosa c'entra? Penso che intorno alla Lega Nord ruoti gran parte del futuro italiano. E non è un caso che per le ultime elezioni amministrative di maggio, propedeutiche per le prossime politiche del 2013, molti detrattori della stessa Lega abbiano cercato in tutti i modi di accopparla. Come sostiene Vittorio Feltri, "non è azzoppando i padani che la questione settentrionale sia stata risolta: i problemi del Nord sono rimasti tutti quanti, e finché ne esisteranno, Lega o non Lega, un leader che li cavalcherà politicamente non mancherà né mancheranno quelli che li voteranno". Anche se la Lega si manifesta il partito del settentrione è pur vero che per lo meno dimostra di volersi occupare al 150% - come sostiene Maroni - di una porzione d'Italia, e non è poco, considerato soprattutto che proprio il nord Italia da sempre produce, porta ricchezza, la esporta facendo le veci anche dell'Italia del centro e del sud. E' una constatazione, un dato di fatto, non pura ideologia.
Possibile che non si capisca che se il nord Italia che produce viene tutelato sempre più potrebbe portare ricchezza e sviluppo anche per il resto del Paese? Possibile che la creazione della macroregione alpina - ora formata e siglata - in accordo con Paesi stranieri come la Germania del sud (Baviera e Baden Wurtemberg), la Francia del sud, il 43% della Svizzera, parte del Tirolo, parte della Slovenia, possa ancora essere considerata come un incremento alla divisione dell'Italia e non come un accordo che possa incrementare lo sviluppo di parte dell'Italia (quella del nord)? Concordo con le parole Di Roberto Cota che, al congresso federale della Lega, rilancia l'asse tra Piemonte, Lombardia e Veneto e sostiene che "la Lega è il movimento del Nord, l'unico che vuole davvero tutelare gli interessi della gente del nord. Lo dimostra il fatto che la questione settentrionale è tutt'altro che superata".
Se ogni realtà viene presa sul serio allora c'è spazio per tutto, anche per una ola per una partita di calcio o per una bandiera padana.
 
Roberta Bartolini

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