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martedì 7 marzo 2017

Profughi: altro che risorse


 A Genova, in uno spazio allestito all'interno della struttura della Fiera, Fiera di Genova che vanta o vantava in passato tanti importanti eventi e comunque polo attrattivo all'ingresso della sopraelevata e vicinissima al centro città, da tempo ormai si convive con la presenza di extra comunitari o profughi come dir si voglia. Si' perché la differenziazione necessaria tra profughi veri in cerca di asilo e "clandestini" che dovrebbero ritornare nel loro Paese di origine non viene fatta per negligenza, mancanza di informazione, obblighi dall'alto, indifferenza della gente. Morale, ospitiamo sempre più stranieri senza sapere se provengono dai vari Cie o se fatti entrare a caso dalla Prefettura. Numeri incontrollati, igiene termine astruso, uomini ( si', si tratta di soli uomini) a cui ovviamente non è stato insegnato il senso dell'onore e che quindi vagano senza meta , non lavorano, non producono, non si rendono utili, ma vivono sulle nostre spalle stipendiati con tanto di cellulare e annessi e connessi. Uomini che sentono anche il diritto dovere di manifestare, protestare per ottenere di più proprio davanti alla Prefettura genovese che li ha accolti, sparpagliati in città e Messi allo sbaraglio. Questo è il punto. Si tratta di gente obbligata ad emigrare nelle condizioni più terribili. Obbligati a convivere poi con una popolazione che credo per la maggior parte non li desidera ma che non fa nulla per fare sentire la propria voce sacrosanta. Obbligati a non fare niente perché in più, perché non sono risorse meditate e progettate. Obbligati a vivere in condizioni pietose in quanto la società nostra non è pronta per un certo tipo di accoglienza sempre in crescita, complice anche la mancanza di denaro per gli stessi cittadini autoctoni. A dire il vero, a volte mi sento di non biasimarli. Biasimo invece tutto il contesto creato dall'alto del quale siamo succubi. Intanto il numero di extra comunitari aumenta come aumenta il timore che prima o poi inizino davvero a farsi sentire per reclamare i propri diritti e per perpetrare violenza e situazioni di insicurezza generale. Riflettiamoci anche in vista delle prossime elezioni amministrative . 
Roberta Bartolini 

Grazie e cordiali saluti
Roberta Bartolini
Genova

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