Nella nostra vita quotidiana abbiamo di fronte molti esempi di vita
vissuta, positivi ma anche purtroppo negativi che ci affiorano, ci
passano davanti, a cui siamo succubi senza rendercene conto appieno.
Eppure sono esempi che dipendono direttamente dalle nostre
istituzioni, da come lo Stato funziona o meno. "Last but not least",
vorrei citare un pezzo di vita quotidiana che mi ha colpita
profondamente questa mattina dopo aver portato il mio bambino di
cinque anni all'asilo. Tutte le scuole, a partire dalla materna, sono
indispensabili per la crescita di una persona. Non condivido invece la
presenza degli asili nidi soprattutto se si considera che in Italia
non fanno parte delle aziende, quindi lontani dalle famiglie, sono
molto cari in rapporto agli altri asili, sono alla mercé quasi
esclusiva degli extra comunitari che riescono a trovare sussidi anche
in questo ambito, sono un ricettacolo di malattie, sovente sono
mischiati alle materne tradizionali con il disagio che le malattie
dell'infanzia si propaghino più in fretta e che i bimbi più
grandicelli debbano essere in contatto anche con neonati. Mi sembra
una situzione innaturale e diseducativa. Ho notato una mamma con il
port-enfant dirigersi di fretta verso l'asilo nido di competenza con
tutta l'aria di voler parcheggiare la propria creatura - innocente e
assolutamente bisognosa delle cure materne e del calore che solo un
genitore può dare al proprio figlio - per correre al lavoro ma confusa
e agitata come se un senso di colpa la assalisse. Io ho avuto la
fortuna di avere i nonni compiacenti che mi hanno accudito il mio
bambino fino all'inizio dell'asilo. Ma mi metto nei panni di chi non
ha tale fortuna. E' una tragedia per i motivi già spiegati e per far
fronte a spese indecifrabili. Chi si presenta in politica con mire
innovative ed oneste dovrebbe senza se e senza ma pensare a queste
esigenze primarie dei cittadini. Altrimenti il divario tra la classe
politica e la popolazione sarà sempre maggiore e a pagarne le
conseguenze saranno sempre i comuni mortali. Io non ci sto.
Roberta Bartolini

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