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mercoledì 27 novembre 2013

I CIE stanno scomparendo: notizia positiva?

Pare che i centri di espulsione e di identificazione per immigrati in Italia stiano mano a mano chiudendo battente. Dati provenienti dal Ministero dell'Interno. Gli ultimi che sono stati sbarrati sono quelli di Gorizia, Brindisi, Bologna, Crotone, Modena e Trapani. La notizia non mi sembra molto positiva e confortante in quanto bisognerebbe valutare un duplice aspetto. Tale chiusura rientra all'interno di un lavoro svolto dal governo attuale, oppure da quello precedente di Monti. Sicuramente non rientra nell'ottica della politica di integrazione che stava per essere ultimata con senso di responsabilità dal governo Berlusconi e dal valido Ministro degli Interni, Roberto Maroni, che non credo potesse giungere allo step di annullare i Cie. Prima di arrivare a tanto tale governo avrebbe lavorato diversamente ed in maniera preventiva e non difensiva. Ma non ha avuto il tempo sufficiente per farlo a causa della caduta forse forzata del menzionato governo Berlusconi. Inoltre, occorrerebbe diversificare i vari centri dell'immigrazione per ben capire quali saranno i risultati nel caso di mancanza sempre maggiore dei centri di espulsione. Infatti, esistono i centri di accoglienza (CDA), strutture che garantiscono un primo soccorso allo straniero irregolare e temporanee che stabiliranno la legittimità della loro permanenza nel territorio italiano o l'allontanamento. Vi sono poi i centri di accoglienza richiedenti asilo (CARA) che ospitano chi si presenta come rifugiato e dove viene ospitato da 20 a 35 giorni. I CIE che ora stanno scomparendo sono i centri dove gli extra-comunitari irregolari sono destinati all'espulsione per evitare la loro dispersione sul territorio. Il mio timore è che senza un'adeguata informaziome ufficiale a riguardo, una volta che i CIE vengono annullati siano comunque sostituiti dalla plettora di altri centri, come menzionato. Avvallando quindi sempre la presenza di immigrati e magari clandestni sul nostro territorio in barba a norme prodotte più in favore degli stessi che dei cittadini italiani.

Roberta Bartolini

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