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giovedì 5 settembre 2013

L'Italia e i suoi luoghi comuni

Vittorio Feltri, nella rubrica delle iniziative dei dibattiti
> intellettuali de Il Giornale che partiranno da domani a Sanremo, cita
> magistralmente Flaubert per parlare di luoghi comuni applicati al
> pensiero italiano. Le sue parole e i suoi pensieri suscitano in me
> confronti, paragoni, riflessioni proprio come accadde a Proust con la
> sua "madelaine", per citare un altro grande pensatore della storia. Il
> classico luogo comune italiano è di non voler andare contro corrente
> per paura di fare brutta figura. A Genova si dice "maniman". Questa
> mattina mi trovavo a leggere l'articolo di Feltri sull'autobus dove
> non vedi quasi nessuno, anche di mattino presto, leggere quotidiani
> che non siano La Gazzetta dello Sport (con tutto rispetto), men che
> meno il Giornale. Sarebbe uno scandalo, un'onta, Il Giornale di Silvio
> Berlusconi!
>  Alcune obbiezioni. Intanto, anche se Genova è profondamente rossa per
> fortuna ospita ancora molti elettori di centro destra (altrimenti non
> si spiegherebbero le alte percentuali del Pdl, come ci ricorda Feltri)
> i quali sono talmente succubi dei veti e delle mode imposte dalla
> sinistra da farsi cancellare. E poi, i sinistri espongono con
> ostentazione La Repubblica quasi fosse una reliquia. Mi domando peché
> noi liberali non possiamo fare altrettanto con Il Giornale. Inoltre -
> ed è un altro luogo comune - chi l'ha detto che leggere Il Giornale
> sia un atto prettamente di centro destra? Anche noi destrorsi per
> essere più colti, preparati agli argomenti attuali ed alle risposte
> giuste  pronte a dare a  chi ci attacca da sinistra dovremmo leggere
> altri quotidiani. E poi, mai andare per pregiudizi. Occorre valutare
> tutto con obbiettività e capacità di ascoltare tutti i pensieri  e le
> sfaccettature. Se uno dice di essere leghista ciò non significa che
> potrebbe esserlo della prima ora quindi bossiano o borgheziano, oppure
> un maroniano convinto alla Tosi e quindi più innovatore e non legato
> soltanto al concetto di independentismo. Per non parlare di
> immigrazione. Se un lettore di sinistra volesse conoscere davvero la
> realtà dei fatti capirebbe che un leghista è anni luce da essere
> razzista per essere invece il primo a volere una corretta integrazione
> dello straniero fondata su regole e sul rispetto delle stesse. Ma
> passerebbe allora per un Renzi, quindi, un demone.
> Insomma, basterebbe rendersi conto che nessuno ha la verità in mano,
> che pretendere di avere ragione a tutti i costi affligge la cultura di
> una persona. E non è un luogo comune.

Roberta Bartolini

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