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giovedì 28 giugno 2012

Tutela del Radicchio di Chioggia come modello di prodotto tipico italiano

Quando si parla di salvaguardia di prodotti locali dobbiamo appellarci alla Lega Nord che già durante il governo Berlusconi aveva messo a punto una serie di decreti legge in materia, uno fra tutti quello sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari che al contempo garantiva la tutela del prodotto stesso e la sua freschezza. Tuttavia, nel caso del rinomato ed autentico Radicchio di Chioggia, dal gusto tipicamente sapido, la sua tutela al 100% è forse sfuggita al lavoro di cesello della stessa Lega oppure (ed è l'ipotesi più accreditata) non è stato creato dall'attuale governo nessun legame con la salvaguardia del cosiddetto "Made in Italy" che il governo precedente aveva sicuramente  tutelato. Si parla di legame a livello di ddl o proposta di legge o più semplicemente di una sorta di educazione verso un'attenzione più spiccata da parte della popolazione nei confronti - come nel caso specifico - della tipicità dei nostri prodotti altamente da difendere per una questione di orgoglio e di senso nazionalistico e per motivi di interesse di commerciale.
Dispiace dover notare che un prodotto primo per superficie coltivata nella Regione Veneto, per quantità di produzione e presenza sul mercato risulti in diminuzione secondo i dati del Mercato Orticolo di Chioggia che verrà interpellato in una discussione importante  a tavolino  che si terrà nei prossimi giorni a Mestre e che avrà come oggetto la ricerca di motivazione per il calo di distribuzione e quindi di produzione di un prodotto agricolo di qualità messo in secondo piano dalla provenienza di un prodotto similare ma non eguale da Paesi extracomunitari. Modo questo per far spacciare un radicchio estero per quello di Chioggia.
L'obbiettivo dell'incontro a Mestre in presenza dell'assessore regionale Manzato, dell'assessore provinciale Gianni, del Presidente della Camera di Commercio Fedalto, del presidente della Coldiretti Venezia Giraldo, del presidente del Mercato Orticolo di Chioggia Palo e del presidente di Adiconsum Rigobon, sarà di trovare la maniera per aiutare i produttori locali, per trovare gli strumenti da adottare al fine di avere una completa rintracciabilità del prodotto in questione e per sapere come restringere i controlli.
Auguriamoci che si arrivi ad una soluzione perché l'attuale iter del radicchio potrebbe richiamare un pericoloso effetto domino per altri prodotti.
 
Roberta Bartolini
 
 

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